Chissà se si realizzano ancora le matite aziendali nelle agenzie di comunicazione.
Io le conservo con affetto perché mi ricordano un mondo in cui essere un copywriter era un privilegio e un piacere.
Una sfida continua ed eccitante alla ricerca dell’idea originale, ma pertinente e rilevante per la comunità.
Un tempo in cui si presentavano abbozzi di idee con un disegnino e un titolo, ma con dentro tutta la passione che art copy e visualizer riuscivano a infondere.
Dato che si partiva dalla matita ci volevano giorni (e spesso notti) per finalizzare il tutto.
Si litigava con i partner che non capivano perché ci volessero tutte quelle ore, perché anche stasera eri tornato alle dieci.
Oggi che tutto questo non esiste più, ho letto in un sito di prepping che fare scorta di matite è tra le attività consigliate. Funzionano senza batterie, senza luce elettrica, a temperature estreme, e hanno un’ottima durata.
A patto di ricordarsi ancora come si usano.