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Beforeigners. 5 riflessioni che una serie tv può offrire a chi si occupa di comunicazione.

7 - ottobre 2021

Beforeigners è una serie televisiva norvegese, prodotta dalla HBO e dalla Rubicon TV AS nel 2019. In Italia si può vedere solo su RaiPlay e non ha goduto della popolarità ottenuta da altre fiction nordiche. Per quanto mi riguarda è dai tempi de l’Eternauta, o dalla lettura di 1984, che non trovavo un soggetto sci-fi che proponesse tante similitudini con l’epoca attuale.

Senza anticipare nulla per chi vorrà guardarla condivido 5 spunti che possono risultare interessanti per chi si occupa oggi di comunicazione.

 

Società ibrida.

La storia porta all’estremo il concetto. A Oslo non convivono solo reale e digitale, ma anche persone di epoche differenti che cercano un’integrazione nell’epoca attuale. Allo stesso tempo anche personaggi del nostro tempo si scoprono attratti da usi e costumi di altre epoche, fino ad abbandonare lo stile di vita moderno.

 

Scambio tra passato presente e futuro.

In una società liquida non c’è più il vecchio e il nuovo, ma tutto coesiste e convive nel qui e ora. Scopriamo così che si può ancora giocare a SuperMario e a Sonic o che si possono realizzare film sul calcio fiorentino. Dante è andato forte tutto l’anno sui social media. I ragazzi scoprono le musicassette, oltre ai vinili e ai super8.

 

Inclusività.

Sebbene esistano razzismo e pregiudizi in tutto l’arco della storia, l’inclusività è la marcia vincente. Il diverso aggiunge valore e il mix tra tutti gli elementi porta a catturare i cattivi.

 

Mescolanza di generi.

Secondo Wired: “Beforeigners funziona perché fonde in modo accattivante diversi generi: c’è il mistero fantascientifico di questi viaggi nel tempo, ma anche la storia crime delle indagini e del progressivo svelamento di misteri che affondano le proprie radici nei risvolti più oscuri della società…È raro vedere una narrazione così inventiva e insolita, e al contempo così pregna di ricadute e riflessioni sul nostro presente. Beforeigners centra tutti i suoi obiettivi, portandoci lontano (nel tempo) ma parlando di ciò che accade proprio vicino a noi.”

 

Finale aperto

L’ultima riflessione è forse quella più interessante per chi si occupa di comunicazione. Dato che l’obiettivo principale della comunicazione è instaurare una relazione durevole con la marca le storie non devono avere per forza una finale. Al contrario la comunicazione deve lasciare ampi spazi per intrecciare nuove storie e nuove possibilità.

Da Angelo Simone
Categoria: blog