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L’uomo dei dadi

15 - novembre 2021

L’anno scorso, di questi tempi, ci lasciava Luke Rhinehart, scrittore conosciuto in tutto il mondo come “l’uomo dei dadi”, il titolo del suo romanzo che uscì in America nel 1971, pubblicato in Italia da una casa editrice ispirata come Marcos y Marcos.

 

Pochi autori hanno la capacità e la fortuna di influenzare con il loro libro intere comunità di lettori e di dare vita una filosofia basata sulle scelte dettate dal caso, che ha intrigato anche scrittori straordinari come Emmanuel Carrère.

 

“L’uomo dei dadi” racconta la storia di un annoiato psichiatra di successo che decide di affidare la propria vita al caso, semplicemente lanciando un dado.

 

Personalmente i dadi mi hanno sempre ispirato, ho una vasta collezione di dadi appartenenti a ogni tipo di gioco. Senza abbracciare totalmente la filosofia del libro, che affida ogni più piccola o grande decisione al lancio dei dadi, trovo che il caso, la casualità, la fortuna giochi un ruolo importante nel lavoro e nella vita.

 

Su questo tema uno dei miei film preferiti è Match Point di Woody Allen., che si apre con questa battuta: <<Chi disse “Preferisco avere fortuna che talento” percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo>>.

 

La mia collezione di dadi dunque ha il potere prezioso di ricordarmi che impegno e passione nel lavoro servono a propiziarci la fortuna, ma che non sempre sono sufficienti.

 

Non può uscire sempre sei, non può uscire sempre uno. Ci sono molte possibilità intermedie ed è l’esperienza che te le fa valutare e rendere vincenti.

Da Angelo Simone
Categoria: blog